Si erge nella parte settentrionale dell’altopiano di Campeda, in pieno Logudoro. Bonorva è un paese di circa 3500 abitanti a 50 chilometri da Sassari, sviluppatosi a fine Medioevo. Il nome potrebbe derivare dal latino bonus orbis, ‘buona terra’.
Il suo territorio fu abitato sin da età prenuragica, popolamento proseguito in epoca nuragica e in tutte le età successive. La testimonianza preistorica più rilevante è la necropoli di Sant’Andrea Priu, un complesso funerario composto da venti domus de Janas risalenti al neo-eneolitico (IV-III millennio a.C.), scavate sulla parete e sul pianoro di un pianoro trachitico, a 500 metri dalla chiesa campestre di santa Lucia (del XIV secolo) e a dieci chilometri dal paese. Al loro interno sono riprodotti particolari architettonici per ricreare ambienti simili alla casa del defunto. Spiccano per grandezza e stato di conservazione tre tombe, una di esse (la tomba del Capo), con ben 18 camere, è una delle sepolture ipogeiche più vaste del Mediterraneo. Nelle vicinanze ci sono anche la fonte preistorica di Lumarzu e i nuraghi Puttu de Inza e monte Donna. La necropoli fu riusata per lungo tempo: in età romana e poi bizantina la tomba del Capo fu trasformata in chiesa rupestre, una delle prime nel tempo delle persecuzioni. Più volte intonacata e affrescata con scene del Nuovo Testamento, fu intitolata a sant’Andrea.
L’architettura dell’abitato di Bonorva è tipica dei borghi agro-pastorali, con viuzze strette e case con ampi cortili, che ti faranno ripercorrere momenti del passato. È viva la tradizione artigiana: si distingue l’arte tessile, specie a ricamo, con produzione di tappeti e arazzi, realizzati con telai orizzontali e caratterizzati da colori e disegni ispirati sia da modelli antichi che tendenze moderne. Per assaporare i piatti tipici potrai partecipare alla sagra de su zicchi, antico pane di grano duro, accompagnata da una mostra-mercato, dove ammirerai i finissimi ricami dei tappeti e degusterai saporiti dolci locali. All’interno del centro e nelle sue campagne ci sono tantissimi luoghi di culto, da visitare in particolare la chiesa di san Giovanni Battista, consacrata nel 1174, la chiesa di san Simeone con l’omonimo sito archeologico nell’altipiano di Campeda, le due chiese (san Lorenzo e santa Giulia) in Rebeccu, entrambe del XII secolo, e soprattutto la parrocchiale della Natività di Maria, costruzione tardogotica realizzata fra 1582 e 1610.