Sorge nel cuore di un altopiano, a circa 500 metri d’altezza, in un’area ricca di bellezze paesaggistiche e testimonianze archeologiche. Cossoine è un paese di circa 900 abitanti compreso nel Meilogu, sub-regione del Logudoro. Le prime tracce umane nel suo territorio sono di civiltà neolitiche, come testimoniano varie domus de Janas, e poi dell’età del Bronzo, cui risalgono tombe di Giganti e numerosi nuraghi. Di grande interesse è il sito di Corruoe, dove sono stati rinvenuti resti di villaggio nuragico e villa romana. Non mancano altre testimonianze della dominazione romana – qua sorgeva Lucentia o Castrum Lucentinum (oggi Lughentinas) - e bizantina con l’insediamento di Kourin.
Le prime notizie documentate sull’attuale Cossoine sono dell’XI secolo, negli Annales camaldulenses, dove sono citati la chiesa bizantina di santa Maria Iscalas – festeggiata tra fine agosto e inizio settembre - e il villaggio di santa Maria di Curin, da cui, insieme ad altre ville vicine, nacque Consedin o Cossein. Il borgo fu molto popolato durante tutto il Medioevo fino a inizio del XVI secolo. Poi, fino all’Ottocento, divenne lo spauracchio dei parroci per l’inospitalità all’Autorità spirituale: il cattolicesimo era praticato da famiglie nobili, mentre il popolo aderiva a un culto con reminiscenze di riti pagani. Il territorio, allora ricco di foreste e paludi, era tra i più selvaggi del Logudoro, paradiso dei banditi locali.
Il centro storico è caratterizzato da edifici sei-settecenteschi, come la chiesa tardo gotica di santa Chiara, patrona del paese festeggiata ad agosto. A maggio, invece si festeggia san Sebastiano, con la tradizionale ardia. Cossoine è spesso ricordato da fonti storiche per una singolare caratteristica dei canti: rispetto alla consuetudine sarda del canto a Tenore maschile, nel villaggio esisteva una tradizione femminile.
Il territorio è grande interesse naturalistico, costellato di grotte, come quelle di Suiles, e sa Ucca ‘e Mammuscone, scavata in superficie in rocce vulcaniche e in quella più profonda – sino a 63 metri - nel calcare, e sa Ucca ‘e su Peltusu, considerata una delle più grandi della provincia di Sassari, al cui interno ammirerai un torrente sotterraneo e un deposito di ostriche fossili risalenti del Miocene. Da visitare anche il monte Traessu, massiccio formato da rocce basaltiche e ricco di gole, dirupi e grotte. Nella zona spiccano esemplari di sughere e roverelle.