Il nome deriva da s’ega ‘e riu, ossia ‘la valle acquitrinosa del fiume’ oppure segau de s’arriu, ‘tagliato in due dal fiume’, in quanto l’abitato si trova in una valle, attraversato da due torrenti affluenti del Flumini Mannu. Segariu è un paese di mille e 200 abitanti che si trova quasi al confine tra le regioni storiche della Marmilla e della Trexenta: il suo territorio ha le caratteristiche di entrambe, le colline morbide ricoperte di pinete e macchia mediterranea marmillesi e i rilievi aspri e i fertili tratti pianeggianti coltivati trexentini. Il paese è noto per la tradizionale lavorazione del caolino e del calcare, con produzione di mattoni d’argilla e tegole. A testimonianza della tradizione, al centro del paese, ecco il museo delle argille, dedicato al recupero dell’attività che per secoli ha caratterizzato la sua storia.
Il nome deriva da s’ega ‘e riu, ossia ‘la valle acquitrinosa del fiume’ oppure segau de s’arriu, ‘tagliato in due dal fiume’, in quanto l’abitato si trova in una valle, attraversato da due torrenti affluenti del Flumini Mannu. Segariu è un paese di mille e 200 abitanti che si trova quasi al confine tra le regioni storiche della Marmilla e della Trexenta: il suo territorio ha le caratteristiche di entrambe, le colline morbide ricoperte di pinete e macchia mediterranea marmillesi e i rilievi aspri e i fertili tratti pianeggianti coltivati trexentini. Il paese è noto per la tradizionale lavorazione del caolino e del calcare, con produzione di mattoni d’argilla e tegole. A testimonianza della tradizione, al centro del paese, ecco il museo delle argille, dedicato al recupero dell’attività che per secoli ha caratterizzato la sua storia.
L’esposizione è fedele ricostruzione del cantiere di lavorazione della tegola segariese. Qui, potrai assistere e partecipare a laboratori didattici condotti dagli artigiani dell’argilla. Anche la mostra Perdas e Minas rappresenta una peculiarità ‘atipica’ rispetto al circostante mondo agricolo campidanese, attraverso fotografie d’epoca, attrezzature da lavoro e fedeli riproduzioni dei processi produttivi. Ulteriore manifestazione della tradizione è l’evento Tebajus, a luglio, che aggiunge alle attività legate alla produzione locale delle tegole cotte, esposizione di prodotti tipici e mostre di artigianato.
Il territorio fu abitato almeno sin dall’età del Bronzo come testimoniano il nuraghe Franghe Morus e il nuraghe quadrilobato di Sant’Antonio, simbolo di Segariu, vicino al centro abitato. Eretto in blocchi calcarei e marnacei, presenta una torre centrale e quattro esterne orientate ai punti cardinali. Il settore orientale a ridosso del nuraghe e parte dei suoi settori interni hanno restituito testimonianze di un ampio e interessante insediamento tardo-punico. Probabile che accanto sorgesse anche una tomba di Giganti, di certo si erge la chiesetta campestre dedicata al santo costruita tra XII e XIV secolo, in stile tardo romanico, sopra un pozzo sacro forse coevo all’insediamento nuragico. Sarebbe uno delle varie espressioni sarde di continuità tra culture e religioni. I festeggiamenti in onore di sant’Antonio sono a inizio settembre, oltre agli aspetti liturgici, vengono proposti per la degustazione prodotti e piatti della tradizione locale. Al centro del paese sorge la seicentesca parrocchiale di san Giorgio martire, che presenta un presbiterio coperto da volta stellare di tipo gotico-catalano. Il patrono è celebrato a fine aprile con riti religiosi e spettacoli musicali.