Con quasi 15 mila abitanti è uno dei Comuni più popolosi del Sassarese. Sorso è una cittadina del territorio storico della Romangia, che si affaccia sul golfo dell’Asinara con un lungo tratto costiero di dune di sabbia, riparate da pini, ginepri e palme nane. I 18 chilometri di spiagge, a pochi minuti dal centro abitato, sono suddivisi tra la bella Marina di Sorso e il litorale sorsese di Platamona: mare azzurro, sabbia chiara e fine e profumi mediterranei. Il centro abitato sorge tra oliveti e vigneti, da cui derivano ottimi olio e vermentino, che la fa annoverare tra le città del vino. Attorno si coltivano anche frutta e ortaggi: a fine luglio, non perderti la sagra della melanzana. Tra le prelibatezze i dolci: papassini e cozzuli di saba. Bello e caratteristico è l’abito tradizionale femminile. Tra le specificità sorsesi, la sua ‘lingua di confine’, dove rientrano logudorese, elementi toscani e genovesi e influenze corse. Il toponimo deriva da josso (‘sotto’), a indicare la minore altitudine rispetto alla vicina Sennori. Il centro storico, detto Bicocca, è di impianto medioevale: si articola in semplici case di tufo. Spiccano costruzioni seicentesche: palazzo baronale, oggi centro culturale, e fontana della Billellera, costruita a imitazione della fontana di Rosello di Sassari: secondo tradizione, bere le sue acque farebbe impazzire. A Gelidon, leggendario capostipite della popolazione sorsese, cui era attribuita un’indole ribelle e folle, è legato il sito archeologico più famoso, a due chilometri dal paese: Jelithon, abitato sin dalla preistoria. La frequentazione del territorio sin da età prenuragica è attestata anche dalle domus de Janas di L’Abbiu. Mentre all’età del Bronzo risalgono alcuni nuraghi e il pozzo sacro di Serra Niedda. Nel V secolo a.C. i cartaginesi impiantarono una fortezza nel sito di santa Filitica, occupato poi dai romani sino a età tardo-imperiale. Qui sorse una villa romana con pavimento adorno di mosaici e stabilimento termale, a pochi passi dal mare. Su di essa, in epoca bizantina, fu costruito un edificio di culto paleocristiano, poi la chiesetta dedicato alla santa. Al centro sorge anche la parrocchiale di san Pantaleo, edificata nel 1836 dove un tempo si trovava una chiesa del XV secolo e ispirata a canoni neoclassici: vedrai spuntare al culmine della via principale le sue scenografiche cupole e cupolette. Il patrono viene celebrato a fine luglio. Altre chiese, tutte del XVII secolo, sono la beata Vergine d’Itria, attorno alla quale si corre a inizio luglio l’ardia di san Costantino, e la Madonna di Noli me tollere, sede di un simulacro profondamente venerato (in particolare durante la festa di fine maggio) e la barocca san Pasquale Baylon, sede dei gesuiti, oltre all’oratorio tardogotico di santa Croce (XVI secolo). Le chiese si animano di passione e devozione durante la Settimana Santa.