In questo eccezionale ambiente palustre all’interno della splendida penisola del Sinis proverai la singolare sensazione di continuità fra terra e mare. Lo stagno di Cabras, uno dei più grandi d’Europa, è l'insieme alle aree umide di Mistras, Pauli ‘e Sali e Sal’e Porcus (che rientra nel territorio di Putzu Idu), che insieme compongono un sito di interesse internazionale, secondo la convenzione di Ramsar. Suddiviso in due bacini per un totale di 2200 ettari, lo stagno lambisce Cabras e occupa un quinto del suo territorio, con una particolarissima forma di ‘papera’, se osservato dall’alto, che la natura (forse non a caso) gli ha impresso. Le lagune sono il tratto dominante, il fattore che identifica questo lembo dell’Oristanese e ha segnato vita ed economia delle sue genti. Un patrimonio oggi accuratamente tutelato: i 40 chilometri di costa dove si affaccia Cabras rientrano nell’area marina protetta del Sinis, dove splendide spiagge di quarzo si alternano ad alte falesie.
La pesca tradizionale è sostentamento e risorsa culturale. Si pratica su is fassonis, barche di erba palustre intrecciata - usata anche per i cesti artigianali - testimoni di un’attività plurisecolare in acque ricche di anguille, cefali, mormore, orate e spigole. La storica peschiera di Mar’e Pontis, col suo ittiturismo, è simbolo di un’area ideale per pescaturismo ed escursioni a vela, contornata da campagne e colline da perlustrare in mountain bike. È luogo ideale per appassionati di birdwatching: qui nidificano germano reale, fistione turco e fenicottero rosa. Tra i canneti si muovono cavaliere d’Italia, falco di palude, gallinella d’acqua e pollo sultano. Nelle rocce costiere volano falco pellegrino, gabbiano reale e corso.
L’uomo ha abitato da sempre questa ricca terra. Non perderti il sito di Tharros e, nel museo di Cabras, i Giganti di Mont’e Prama, enormi statue di pietra risalenti all’VIII secolo a.C., la scoperta archeologica più straordinaria del XX secolo nel Mediterraneo. Perla delle tradizioni locali è l’ipogeo di san Salvatore, meta da cinque secoli della Corsa degli Scalzi, una delle feste sarde più suggestive. La cucina rimanda alle tradizioni: dalle uova dei cefali si ricava la bottarga, l’oro di Cabras. La produzione vitivinicola risale sino a età nuragica, il massimo esponente è la vernaccia.