È noto per la tradizione agrumicola, specie gli aranceti, impiantati dai monaci camaldolesi che lo ‘colonizzarono’ dal XIII secolo costruendovi le chiese di San Paolo, San Giorgio di Calcaria e San Pietro in Vincoli. Milis è un importante centro agricolo di oltre 1500 abitanti, che si distende in una valle ricca di corsi d’acqua, a ridosso della catena del Montiferru, e dà nome alla parte settentrionale del Campidano di Oristano. Il toponimo si fa risalire a miles (soldato): forse durante la dominazione romana fu insediamento militare. Tracce preistoriche sono nei resti di vari nuraghi: Cobulas e Tronza, sulle rive del riu Mannu, sono ben conservati.
In un territorio verdeggiante, reso fertile dall’abbondanza d’acqua, oltre alla arance, cui è dedicata la sagra degli agrumi a febbraio, sono prodotte altre eccellenze: cereali, miele e la rinomata vernaccia. L’evento clou è la rassegna dei vini novelli della Sardegna, a novembre, con manifestazioni gastronomiche e culturali. In tema di degustazioni, a metà marzo, durante la festa di San Giuseppe, c’è la sagra dei ceci. Ad agosto si svolge il festival di danza e musica etnica ‘La Vega’.
Al centro del paese si ergono la cinquecentesca parrocchiale di San Sebastiano, di forme gotico-aragonesi, e, di fronte, il palazzo Boyl, costruito dai marchesi Boyl (imparentati coi Savoia) a inizio Ottocento inglobando una casa signorile del XIV secolo. Fu residenza estiva di personaggi illustri come i re Carlo Felice e Carlo Alberto, Grazia Deledda, Gabriele D’Annunzio e, nel 1838, Honoré de Balzac. È un pregevole esempio di neoclassicismo piemontese: galleria d’ingresso e facciata color rosso pompeiano sono gli aspetti più appariscenti. Oggi ospita il museo del costume e del gioiello sardo, mostra etnografica di stoffe, abiti e ornamenti che ripercorrono due secoli di storia. Nello stesso palazzo e in casa Murru potrai ammirare gli antichi strumenti agricoli. Di grande interesse è anche l’ottocentesca villa Pernis. A breve distanza dall’abitato, fra gli agrumeti, ti colpirà la spettacolare facciata ‘bicroma’ - con alternanza di calcare chiaro e basalto scuro - della chiesa di San Paolo, costruita fra 1140 e 1220, pregevole esempio di architettura romanica. All’interno custodisce dipinti di scuola catalana, altare barocco e sculture lignee. Nella chiesa c’è il cimitero di guerra con le spoglie di soldati e civili morti nella seconda guerra mondiale, quando Milis ospitò un aeroporto militare detto ‘invisibile’ perché nascosto dagli aranceti. Nella chiesa di Santa Vittoria, che custodisce un imponente altare ligneo del XVII secolo, sono state rinvenute tombe del VI-VII. La famiglia Boyl donò al santuario una lettiga su cui è esposta la statua di Gesù durante s’Icravamentu, suggestivo rito della Settimana Santa.