A dispetto del nome che evoca lontani eventi infausti, mostra uno scenario da cartolina ed è un rilassante ‘rifugio’ lungo il litorale di Quartu sant'Elena, a pochi minuti dalle città e dal capoluogo Cagliari. La caletta di is Mortorius si estende per circa 300 metri in un’insenatura con bianche scogliere granitiche, la sabbia è dorata e mista a ciottoli e il fondale si presenta basso, anch’esso ciottoloso, con qualche scoglio affiorante nell’acqua, che assume riflessi verdi in prossimità della riva. Facile scorgere polpi, molluschi e crostacei: il litorale è meta frequente degli appassionati di immersioni e pesca subacquea, inoltre è riparato dal vento di levante. Oltre il promontorio troverai altre due calette, che compongono la spiaggia di Baia Azzurra: qui l'erosione operata dal mare ha rimosso buona parte dei tratti sabbiosi, creando un suggestivo e selvaggio paesaggio di ciottoli e scogli che si tuffano in mare. Anche in queste calette il fondale è basso e potrai rilassarti comodamente al sole in una piattaforma di legno.
Oltre al relax e alle nuotate, a is Mortorius potrai andare in esplorazione tra le tracce storiche e archeologiche disseminate nei paraggi. Il promontorio conserva i resti della tonnara di Cala Regina, risalente alla metà del XVIII secolo, dove si lavorava e conservava il pescato e alloggiavano i pescatori. Le strutture murarie erano in ladiri, mattoni di fango e paglia, con copertura in legno e tegole. Nel 1936 fu installata la batteria militare Carlo Baldi, nei pressi dell'antica torre spagnola di Mortorio. Fossati, ricoveri e piazzole si aggiungono alle opere di fortificazione, alla postazione telemetrica e alla garitta di guardia. Nel secondo Dopoguerra, gli alloggiamenti furono reimpiegati come colonia marina e nella spiaggia comparvero anche alcuni ‘casotti’, come nella spiaggia cagliaritana del Poetto. La batteria militare faceva parte di un sistema di difesa coordinato con un’altra struttura poco distante e che in realtà si ergeva da millenni: è il nuraghe Diana, con una torre principale coperta a tholos e altre due laterali collegate tra loro, circondate da una cinta muraria. La storia dice che durante la seconda guerra mondiale la torre centrale fu reimpiegata come fortino sul quale fu impiantata una garitta, la leggenda, invece, porta ad alcuni secoli prima, quando era una sentinella a difesa dalle incursioni saracene. Per decenni il nuraghe è stato oggetto di scavi clandestini alla ricerca del leggendario tesoro del pirata Giacomo Mugahid, nascosto in attesa di un ritorno che non avvenne mai. Il pirata abbandonò anche la sua sposa, che lo attese invano scrutando il mare ogni giorno e guadagnandosi il soprannome di Capitana. Oggi è il nome della frazione balneare con porto turistico e lunga e stretta spiaggia, che si distendono a ovest di is Mortorius, nel litorale di Quartu.