È la chiesa più ‘alta’ dell’Isola, nonché il santuario mariano più suggestivo. Nostra Signora di Gonare sorge in un meraviglioso scenario a 1100 metri d’altezza. Il complesso montuoso domina con tre cime calcaree (Gonare, Gonareddu e punta Lotzori), attorniate da grigi graniti, tutta la Sardegna centrale. Dalla vetta centrale, dove sorge la chiesa, nelle giornate terse, scorgerai il mare a oriente e a occidente. Una parte delle mura del santuario appartiene alla parrocchia di sant’Andrea di Orani, l’altra a quella di san Michele Arcangelo di Sarule. Lo stesso vale per la proprietà delle cumbessias, dimore con porticati per i fedeli durante le celebrazioni, costruite, le più antiche, accanto alla chiesa, altre più a valle.
Le origini di Nostra Signora di Gonare sono avvolte nella leggenda. Il santuario sarebbe opera del giudice di Torres Gonario, il quale, di ritorno da un pellegrinaggio in Terra Santa, in pericolo per una violenta tempesta, promise alla Madonna, in cambio della vita, di costruire una chiesa a lei dedicata nel primo sito che avrebbe avvistato. Il monte Gonare si illuminò guidandolo alla salvezza e la tempesta cessò. Sulla cima fu realizzato il santuario. Una prima testimonianza storica del culto della Madonna di Gonare, radicato nella Sardegna centrale, è del 1341: risulta un versamento di denaro del rectore di Gonare. Altra notizia è nella Chorographia Sardiniae (metà XVI secolo). Al 1587, inoltre, risale la campana del santuario. Una relazione del vescovo di Alghero (1608) rende conto dello stato di avanzamento dei lavori di costruzione, che si conclusero nel 1619: il piccolo santuario fu ampliato sino alle dimensioni attuali. Nel 1912 fu consacrato e 60 anni dopo, davanti a 50 mila fedeli, si svolse l’incoronazione solenne della Madonna di Gonare.
Molte generazioni hanno invocato la Vergine e sono salite al monte. Così accade oggi. La salita, ripida e suggestiva è scavata nella roccia, con punti di devozione: su brazzolu (la culla), dove sarebbe stato deposto il bambino, s’imbaradorgiu, masso a forma di sedile, e una piccola fossa dove la Vergine avrebbe poggiato la mano. Le celebrazioni sono tre: il 25 marzo, festa dell’Annunciazione, quando un pane votivo viene distribuito ai pellegrini, l’ultima domenica di maggio, ricorrenza dell’incoronazione, e l’8 settembre, la ‘festa grande’, celebrata ad anni alterni dai rispettivi parroci di Orani e Sarule, è preceduta da un novenario accompagnato dai gosos (canti devozionali) e via crucis lungo i fianchi della montagna.