Un antico borgo che si inerpica a quasi 900 metri d’altitudine nel versante occidentale del Gennargentu. A Desulo ammirerai il fascino della natura e la ricchezza delle tradizioni secolari. I boschi che circondano il paese creano scenografie e colori che si trasformano a ogni stagione: qui si snodano suggestivi itinerari di trekking. Gli stretti viottoli del centro storico sono racchiusi da case in scisto con ingressi e finestre contornati d’azzurro e regalano scorci immutati nel tempo. Tre rioni, Issiria, Ovolaccio e Asuai, compongono il borgo, abitato da quasi 2400 residenti. Potrai ammirare l’elegante costume tradizionale, ricamato con tessuti preziosi, come velluto, damasco e scarlatto (panno di lana rosso). I suoi colori sono vivissimi: secondo tradizione, rosso, blu e giallo sono un riferimento alle tre regioni barbaricine (di Ollollai, Belvì e Seulo).
Irrinunciabili sono le visite alla casa-museo Carta e a quella di Antioco Casula, famoso poeta sardo della prima metà del XX secolo, dove è allestito il museo etnografico di Montanaru. Qui sono esposti abiti tradizionali, attrezzi usati nelle attività produttive e la biblioteca del poeta. Ogni anno, ai poeti sardi viene assegnato un premio letterario a lui intitolato, in occasione dell’evento ‘La Montagna Produce’, tappa desulese di Autunno in Barbagia, tra fine ottobre e inizio novembre. Un appuntamento durante il quale ammirerai le eccellenze artigiane, in particolare derivanti dalla lavorazione del legno, e gusterai le prelibatezze enogastronomiche. Tra gli edifici religiosi, di particolare pregio architettonico e artistico è l’antica parrocchiale dedicata a Sant’Antonio abate, patrono del paese, festeggiato a metà gennaio con l’accensione dei fuochi in suo onore. Pochi giorni un grande falò anima la festa per san Sebastiano, patrono del rione di Asuai festeggiato anche a luglio. Un’altra celebrazione cade a inizio agosto con la sagra della Madonnina della neve, nel passo di Tascusì, considerato il valico automobilistico più alto della Sardegna (circa 1250 metri). Da qui si parte fino alle vette più alte della Sardegna: Bruncu Spina (1829 metri) e punta La Marmora (1834). Lungo il percorso incontrerai il rifugio intitolato al generale Lamarmora che scrisse i resoconti dei suoi viaggi del XIX secolo. Incontrerai foreste incontaminate come Girgini, fino ad ammirare il tacco calcareo di Genna Eragas. Da vertiginose altezze lo sguardo arriva fino al mare. Nel territorio desulese troverai tracce risalenti al Neolitico, come testimoniano le domus de Janas di Occile, e all’età nuragica: vicino al paese c’è Ura de sole, il nuraghe ‘più alto’ dell’Isola (1330 metri), e la tomba di Giganti sa Sedda ‘e s’Ena.